La Regina

Favola Musicale in nove quadri

Con il sostegno di MIC e SIAE nell'ambito del programma

"Per Chi Crea"

> Mercoledì 5 Giugno 2024

> Ore 19:00

> Atrio Palazzo Baronale - Monteroni di Lecce

Orchestra SMA
Direttore
Antonio Martino
Voce Recitante
Alessandra De Luca
Maestro Del Coro
Lucia Golemi
Testo
Simonetta Longo
Musica
Raffaele Quarta
“La Regina” è il progetto vincitore del bando SIAE Per Chi Crea - Formazione e promozione culturale nelle scuole pubbliche italiane – settore Musica.
L’Istituto Comprensivo Salvatore Colonna di Monteroni di Lecce è destinatario del finanziamento, partner sono l’Istituto Comprensivo Vittorio Bodini di Arnesano e l’Associazione Opera Prima.
“La regina” si presenta come una composizione teatrale costituita dall’alternanza di parti strumentali, corali, recitate e si muove su due livelli di intervento: il primo è sicuramente quello musicale in cui un’orchestra di circa 70 ragazzi, formata da studenti dei due Istituti Comprensivi che studiano violino e violoncello e fanno parte di laboratori orchestrali settimanali, si alterna al coro formato dai bambini fruitori del progetto curricolare nella Scuola Primaria; il secondo rimanda alla narrazione di una delle storie più forti che il Salento ha vissuto negli ultimi anni: la trasformazione spettrale del paesaggio con l’epidemia degli alberi, la cosiddetta Xilella.
Il progetto si pone come un importante momento pedagogico umano, artistico e ambientale in cui la pratica musicale e strumentale viene finalizzata alla consapevolezza dei problemi che il nostro ambiente sta vivendo.
La storia rappresentata è quella di un antico albero, chiamato “La regina”, che ha visto sotto la sua ombra secolare scorrere la vita di tante generazioni, con le sue abitudini, le sue gioie, le sue passioni, fino al terribile momento dell’arrivo della “strega Xilella”. Solo un evento potrà salvare il nostro Salento…

Docenti del progetto

Violino:
Anna Laura Leone, Matteo Puglielli
Violoncello:
Daniela Schirinzi
Flauto:
Gabriele Adamo
Clarinetto:
Stefano Quaranta
Laboratorio di coro e teoria:
Lucia Golemi
Laboratorio orchestrale:
Antonio Martino
Laboratorio di composizione brani musicali per l'infanzia:
Raffaele Quarta
Laboratorio trascrizione parti:
Raffaele Quarta

Programma

Coro

Narratrice

Orchestra

Narratrice

Quartetto

Coro

Narratrice

Orchestra

Coro

Narratrice

Orchestra

Narratrice

Quartetto

Coro

Narratrice

Orchestra

Narratrice

Orchestra

Coro

Narratrice

Orchestra

Coro

Prologo

Soffiava la tramontana

La Regina

Non vi dirò di come sono stata piantata

Marcia del Faro e la Serpe

C’è una notte che il faro accenderà

C’è una torre, sola come una sentinella

Echi di luna otrantina

Luna luna otrantina

Finchè un giorno

Sàntole

Vi dirò ciò che è accaduto

La strega xilella

Ogni ulivo dentro Sàntole cresceva

Silenziosa e fastidiosa

Ciurma dei trappitari

Quello che sto per riferirvi

Lu scarcagnulu

Questa volta c’è la ciurma ed un nachiro

Ma si sbagliavano

La speranza del nachiro Oliviero

Soffia il vento e la sua storia porterà

Coro – Prologo

Narratrice – Soffiava la tramontana

Orchestra – La Regina

Narratrice – Non vi dirò di come sono stata piantata

Quartetto – Marcia del Faro e la Serpe

Coro – C’è una notte che il faro accenderà

Narratrice – C’è una torre, sola come una sentinella

Orchestra – Echi di luna otrantina

Coro – Luna luna otrantina

Narratrice – Finchè un giorno

Orchestra – Sàntole

Narratrice – Vi dirò ciò che è accaduto

Quartetto – La strega xilella

Coro – Ogni ulivo dentro Sàntole cresceva

Narratrice – Silenziosa e fastidiosa

Orchestra – Ciurma dei trappitari

Narratrice – Quello che sto per riferirvi

Orchestra – Lu scarcagnulu

Coro – Questa volta c’è la ciurma ed un nachiro

Narratrice – Ma si sbagliavano

Orchestra – La speranza del nachiro Oliviero

Coro – Soffia il vento e la sua storia porterà

Orchestra

VIOLINI VERDI

Bisconti Maya

De Matteis Giada

Della Bona Marta

D’Ostuni Maria Costanza

Quarta Sofia

Manca Greta

Pancosta Irene

Pati Alida

Petrelli Carla

Rizzato Diletta

Scarpa Carlotta

VIOLONCELLI VERDI

Antonucci Giada

Manca Gioia

Mancarella Asia

Mazzeo Gaia

Sambati Simone

Scarpa Emanuela

Solazzo Cristian

Spedicato Michele

VIOLINI AZZURRI

Alej Aksha

Campilongo Ginevra

D’Autilia Sara

D’Avolio Davide

Fracasso Gioia

Gerardi Giulio

Imbriani Giorgia

Lorenzo Daniele

Manno Carola

Mara Bernadette

Spedicato Maria Emilia

VIOLONCELLI AZZURRI

Ammassari Flavio

Attanasio Caterina

Barba Lorenzo

Bottazzo Renèe

Foschetti Cristian

Modoni Pietro

Pagliara Emma

Quarta Martina

Sergi Luca

VIOLINI ARANCIO

Bursomanno Anna

Calogiuri Chiara

Ciurlia Linda

Gerardi Gemma

Maci Lara

Modoni Giorgio

VIOLONCELLI ARANCIO

Cofano Aurora

Rizzo William

Simoes Oliveira Flavia

PERCUSSIONI

Anglani Federico

Barba Alberto Maria

TASTIERA

Manca Aurora

DOCENTI

Ingrosso Naida, violino

Monte Gabriele,* violino

Puricella Noemi, violino

Simmini Andreina, violino

Tarantini Laura, clarinetto

Rana Ludovica, violoncello

Schiavone Marco, violoncello

Schirinzi Daniela, violoncello

 

*assistente

Coro

1 C

Caputo Medea

Carriero Filippo

Cisse Cheikh Ahmeth Tidiane

Danese Andrea

Fiorita Rebecca

Giordano Gaia Maria

Grasso Gerard Antoine

Guadalupi Lorenzo

Guadalupi Michele

Maksimenko Leonard

Manfreda Gaia

Paladini Stefano

Podo Emanuele

Russo Samuele

Ruzani Rajna

2 C

Atanasov Atanas Georgiev

Bisconti Martina

Carrozzini Jonah

Centonze Manfredi Salvatore

Denchev Viktor Lyubomirov

Fioretti Edoardo

Ianne Giulia

Ianne Lucrezia

Kasse Alioune

Lakatos Sandra Samira

Paladini Lukas

Pede Alessio

Petkova Valeria Denkova

Sergio Chantal

Vadacca Charlotte Giorgia

Valentinov Valentino Simeonov

3 C

Caramuscio Alice

Centonze Bryan

D’Errico Eva

Greco Alessia

Greco Roberta

Gueye Aissatou

Intermite Irene

Lorenzo Valerio

Manfreda Alessandro

Mbengue Adja Rokhaya Cisse

Orlinov Bogidar Iskrenov

Pati Noemi

Pinto Camilla

Podo Giulio

Quarta Flavia

Rizzato Giulia

Rizzo Mariana

Scrimitore Sofia

Simoes Oliveira Davide

Ventura Giulia Sophie

4 C

Ashan Hira

De Maria Chiara

Dencheva Gabriela

Foggetta Marika

Ivanov Ivan

Krasimirov Kristian

Lorenzo Jacopo

Madaro Syria

Manca Elena

Mello Mariasole

Pagano Amelia

Pennetta Greta

Quarta Jacquelin

Rizzo William

Sambati Andrea

Sazio Eleonora

Simoes Oliveira Flavia

Tornese Gioele

5 C

Affinito Simone

Alahmad Ayham

Briganti Stefano

Guadalupi William

Jagnir Chaitanya

Krasimirova Krasimira Angelova

Lezzi Vadacca Joseph Pio

Ndiogoye Charlotte

Nicolaci Cristian

Tummillo Katia Maria

Ventura Daniel

Storie di Regina e della Strega Fastidiosa

di Simonetta Longo

 

CORO PROLOGO

Soffia il vento e una storia narrerà di un paese, della sabbia e del mare meduse e polpi stanno ad ascoltare di Regina e degli ulivi vi dirà ma anche la luna che è otrantina il segreto di una strega a voi nasconderà

 

Soffiava la tramontana. Soffiava soffiava. Sollevava la sabbia. Soffiava e fischiava. Sibilava. Fiuuuu hyuhyu schhhhh. Mille anni e ancora mille. Ed ecco, nel paese di Sàntole, Regina. «Ho una storia da raccontare, che è tante storie», dice al vento. Ma il vento non la sente. «Ho una storia da raccontare, che è tante storie», dice alla sabbia. Ma la sabbia non la vede. Solo il mare la sta ad ascoltare. S’avvicina s’allontana. Con le onde su e giù. Così arrivano pesci, granchi, polpi, spugne e perfino le meduse. «Inizierà con c’era una volta» commentavano le più curiose. Ma Regina furbamente, scrollando i capelli grigioverdi al vento, comincia:

 

BRANO ORCHESTRALE: REGINA

«Non vi dirò di come sono stata piantata, né della mia infanzia rigogliosa o spoglia che fosse. Non c’era questa né l’altra volta. Si racconta però che, crescendo, divenni l’ulivo più regale del territorio di Sàntole.  Tenevo fede al mio nome. Passavano giorni, anni, secoli. Passavano re e contadini. Sotto le mie fronde riposavano i cavalieri nella tregua del duello, sul mio tronco dame tracciavano segni d’amore. Ho visto città sorgere e scomparire, mentre i miei rami fiorivano, il mio tronco s’attorcigliava. Quante storie tra le mie radici, quante olive dalla mia chioma! Una ve la voglio raccontare… ma non ora, sono stanca». Regina chiude gli occhi, ora dorme. E soffia la tramontana. Soffia soffia. Solleva la sabbia. Soffia e fischia. Sibila. Fiuuuu hyuhyu schhhhh. È notte, ma la luna, che è otrantina, s’è spostata. Poco più a est. Per primi si svegliarono i polpi, richiamati dalla tramontana si aggiunsero alcuni gabbiani. I granchi, che erano pigri, arrivarono che le meduse stavano già discutendo: «Continuerà con c’era una volta, di sicuro». Ma anche questa volta, Regina le delude e torna a raccontare:

 

QUARTETTO D’ARCHI: MARCIA DEL FARO E LA SERPE

 

CORO

C’è una notte che il faro accenderà e una torre dove un serpe vuol mangiare tutto l’olio del fanale fa sparire di Otranto e pirati vi dirà ma poi la serpe che è otrantina. i turchi senza luna da voi allontanerà

 

«C’è una torre, sola come una sentinella nel buio. È notte. Una notte antica. L’olio del fanale la rischiara. Il mio olio. Allora la torre è un faro. Rassicura marinai, incoraggia pirati. Li ha visti la luna, la luna otrantina. E ha visto anche il serpe. Che ogni notte beve l’olio antico del faro, l’olio mio. E tutto torna oscuro. Si sperdono i pirati, si disperano i marinai che non riescono a tornare. Poi, una di quelle notti, vennero anche i soldati turchi dal mare. Ma tornò anche il serpe a bersi il mio olio dalla lanterna nella torre. Disorientati dalle ombre notturne e dalle onde, i soldati turchi sbarcarono più a nord. E la città, per quella volta, fu salva. Sssss, sssss. Silenzio. Se ascoltate potete sentire ancora le voci dei tanti perduti e i lamenti e i canti…

 

BRANO ORCHESTRALE: ECHI DI LUNA OTRANTINA

“Luna luna otrantina la speranza è appesa ad un oleandro e le notti di Puglia sono lunghe troppo lunghe a finire” … (Strofa di “Luna Otrantina” canticchiata dalla Voce Narrante)

 

Finché un giorno non accadde un fatto terribile e spaventoso. Oh, amici, tremo al solo ricordo, temo di non poter continuare». Qui Regina s’interrompe. Tutti, interessati e comprensivi a un tempo, concordano che si deve riposare, con la promessa tuttavia di proseguire l’indomani. Adesso la tramontana non soffia più. Non solleva la sabbia. Non soffia e non fischia. Non sibila più più. Anche il mare bisbiglia, sussurra un poco, s’acquieta. Sono tornati tutti, per ultimi i granchi. Aspetta, mancano i ricci. Mentre le stelle marine si raccomandano tanto, le meduse non sono affatto rassegnate: «Finirà certamente con c’era una volta». Quando arriva Regina, il suo aspetto è sciupato, esausto. La sua fronda quasi secca. Ha gli occhi di chi ha molto pianto. Con voce fioca riprende la storia:

 

BRANO ORCHESTRALE: SANTOLE

«Vi dirò ciò che è accaduto e voi del mare non potete sapere, forse appena i gabbiani. Eravamo milioni nel territorio di Sàntole. Milioni di ulivi. Da tempo immemore custodi del tempo. Verdi monumenti vegetali. Oro liquido il nostro tesoro. Di anno in anno cresceva cresceva. Le nostre forme mutavano. Lentamente. Contorsioni di ogni storia. La nostra. Venne da lontano. Chiedetelo al Barone, il mio amico ulivo ve lo confermerà. Sono ormai più di dieci anni. Non era la speranza appesa a un bell’oleandro o a una piantina di caffè. Appesa, tra di loro, si nascondeva una strega. Invisibile. Xylella fastidiosa era, Xylella è, il suo nome. Xyyyyyl xyyyyyyl.

 

QUARTETTO D’ARCHI: LA STREGA XYLELLA    

 

CORO:

Ogni ulivo dentro Santòle cresceva tanto olio e un gran tesoro regalava poi venne una strega da lontano Xylella era il suo nome vi dirà ma quando incontrò una sputacchina puh puh gli ulivi antichi ahimè infetterà

 

Silenziosa e fastidiosa. Quando arrivò nessuno la vide. Per spostarsi indisturbata forgiò il suo esercito di sputacchine. Puh puh puh. Strisciante si stendeva di campo in campo. Di ulivo in ulivo. S’insinuava dentro di noi. Ci conquistava ad uno ad uno. Facendo di noi ulivi le sue colonie. Xyyyyyl xyyyyyyl. Impediva all’acqua di risalire alle foglie. Così ci ammalavamo. Qua s’imbrunivano le foglie, là seccavano rami isolati, infine l’intera pianta. Uno dopo l’altro. Molti tra noi morivano. Giganti del tempo vennero abbattuti, alberi antichi che c’erano alla nascita dell’impero romano e alla sua caduta; c’erano quando l’imperatore Federico II stupiva il mondo e quando non ci furono più gli imperi o quando cercarono di ritornare. C’erano nei giorni di guerra e in quelli di pace. Saltando saltando le sputacchine sono arrivate qui. Diffidate quando vedete la loro schiuma di giovani insetti soldato. Puh puh puh. Ci bevono la linfa. Ed ecco. Disseccamento. Rapido. Secchi ci tagliano ci eradicano. Tutt’intorno non è che deserto. Se restiamo non siamo che scheletri di noi stessi. Spettrali. Nodosi e spogli. Mozzati e sfregiati. Ritorti. Ma non abbiamo perso l’originaria bellezza. Stiamo e restiamo. Resistiamo. Le forze non mi reggono, perdonerete se rimanderò a domani la fine della storia». La sua voce si era affievolita e aveva le lacrime agli occhi. E sia, concessero il mare e i suoi abitanti. I gabbiani s’erano già levati alti nel cielo notturno. Impazienti, si ritrovarono all’ora stabilita. Le solite meduse stavolta tacquero, dichiarandosi sconfitte.

 

BRANO ORCHESTRALE: CIURMA DEI TRAPPITARI

«Quello che sto per riferirvi me lo ha raccontato un saggio, l’olivo pensante tarantino. Con gli occhi in giù, è alle radici che guarda. Senza vedere ha visto lontano. Più lontano del tempo. Ha visto questa nostra terra. E la vicina imponente masseria con il colonnato, una corte interna sopraffatta dal verde, il frantoio scavato nella roccia. È tornato il capo frantoio, il nachiro, mi ha detto, uomo giusto e amante della natura, Oliviero della famiglia degli Olivieri. È tornata anche la ciurma di trappitari, i frantoiani. Tra loro c’è Leandro, un bel ragazzo, occhi color corteccia degli ulivi. Coraggioso e buono, ma ambizioso. Sinceramente innamorato della figlia del nachiro, Viola, come il colore dei suoi capelli, vuole sposarla per diventare un dì capo della ciurma. Poi un giorno, Xyyyyyl xyyyyyyl. Ecco giungere la strega Xyllella fastidiosa. Invisibile. Insidiosa maliziosa. Dove vanno a finire le olive quando l’albero si ammala? si chiedono tutti. La strega ha fatto un sortilegio e, puff, le olive sono cadute. Xyyyyyl xyyyyyyl. Ha fatto anche un patto con Leandro, se le ruberà, consegnandogliele, avrà in cambio l’amore di Viola e il potere sui frantoiani. Leandro aveva accettato. Oliviero, la ciurma, i contadini erano disperati. Chi aveva fatto sparire il raccolto? Di sicuro era stato rubato. Tutti pensarono: Chi è che fa sparire sempre le cose? Che rovescia pentole piatti e coperchi? Chi ci opprime il petto con i brutti sogni la notte e ci fa i dispetti di giorno? Avevano già il colpevole. Non poteva che essere lo Scarcagnulu, il piccolo folletto rugoso dal cappello rosso a punta e le gambe sghembe.

 

BRANO ORCHESTRALE: LU SCARCAGNULU

 

CORO:

Questa volta c’è la ciurma ed un nachiro contadini che la strega prese in giro un giovane innocente fu accusato delle olive rubate vi dirà ma un folletto fu invocato da Regina Scarcagnulu pirupiraru l’incanto avvererà

 

Ma si sbagliavano. Xylella, che oltre che fastidiosa era cattiva, aveva nascosto dei secchi di olive in casa di Leandro, così che fosse accusato. Xyyyyyl xyyyyyyl. Ehi, non vi sarete mica dimenticati di me? La Regina. Dopo tanti e tanti anni avevo conosciuto tutti i libri degli uomini, memorizzato formule e incantesimi. Mi ricordai di una fiaba del C’era una volta (proprio così mie care meduse) e rivolgendomi al fidato secchio dissi: “Secchio vecchio delle mie brame, chi ha rubato le olive del reame? Secchio vecchio delle mie brame fammi ritrovare le olive del mio reame”. Allora nel fondo del secchio si sente Xyyyyyl xyyyyyyl. E conosco la verità sulla strega Xylella. E sul povero Leandro, in prigione. Oliviero per il dispiacere era invecchiato all’improvviso. Viola si struggeva. Sapevo che lo Scarcagnulu era innocente, così invocai il folletto, facendogli vedere la desolazione di Sàntole, le distese di ulivi eradicati, rinsecchiti come statue di silenzio, malati. E da spirito e protettore del luogo s’impietosì, decidendo di aiutarmi. Solo lo Scarcagnulu infatti aiuta a ritrovare tesori. Studiando studiando, ecco, c’era un modo per sconfiggere l’invisibile strega Xylella fastidiosa e il suo esercito di sputacchine. Le quali continuavano indisturbate a infettarci. Puh puh puh. Come vedete anche io lo sono…

 

BRANO ORCHESTRALE: LA SPERANZA DEL NACHIRO OLIVIERO

Ho chiesto ai contadini e al mio amico strisciante, l’ulivo Serpente, di soccorrermi, come fece il serpe che salvò Otranto. Ho interpellato anche il nachiro Oliviero, leale capo frantoio. Da ultimo ho liberato Leandro, vuole farsi perdonare gli errori, soprattutto da Viola. Fiera, come gli ulivi della sua terra, sarà con noi nella lotta alla strega Xyllella fastidiosa. Con l’aiuto di ciurma, contadine e contadini dovremo sconfiggere per prime le sputacchine. Ma con lei, la strega, Xyyyyyl xyyyyyyl, non sarà così facile. Eppure saranno un ragazzo ravveduto e un’intrepida ragazza, Leandro e Oliva, così Viola ha cambiato il suo nome e il colore dei capelli in verde, a salvarci, un anziano nachiro, un nano Scarcagnulu, un olivo Serpente e… un secchio. Infine io, l’ulivo Regina. Tra le formule, grazie alle indicazioni del folletto Scarcagnulu, forse ho trovato quella che svelerà la strega Xylella e la farà sparire con il suo maleficio. Xyyyyyl xyyyl, xyl, x… ». Qui Regina mette in fila i sette compagni cantilenando, rivolta ancora al fidato secchio: «Filu filaru /cu sette fili. Filu unu, filu doi filu trete,/ filu quattru filu cinque filu sei filu sette./Sicchiu felice e compostu pigghia arviri e ulie e mintili appostu». Su Sàntole, ops il Salento (lo Scarcagnulu burlone aveva scambiato le lettere), è tornata la notte. Non c’è la luna otrantina, sempre un po’ più in là a guardare chissà cosa. Il mare e tutti i suoi abitanti vedono appena Regina, distinguono bene però due innesti e una speranza. Se ne portano voce i gabbiani. Di nuovo soffia la tramontana. Soffia soffia. Solleva la sabbia. Soffia e fischia. Sibila. Fiuuuu hyuhyu schhhhh.

 

CORO EPILOGO

Soffia il vento e la sua storia porterà di Regina che gli ulivi salverà come un verso che nessuno può scordare le radici conservate vi dirà ma un innesto dalla voce da bambina e la strega fastidiosa Xylella sparirà

 

… Xyyyl Xyl Xxxxx